La Mia Intervista alla giornalista Sabrina Giannini

Non c’è cosa più illegale
di certa “legalità”!

Sabrina Giannini

La prima cosa che mi ha colpito di Sabrina Giannini è stata il coraggio.
Il coraggio della giustizia, della verità, dell’inchiesta.
Ad ogni costo.

Ci siamo incrociate spesso negli anni, ma senza avere il tempo di godere della sana amicizia che ci lega da tempo nonostante le distanze e gli impegni.
Ecco perché, appena ho avuto l’occasione giusta, ho fortemente voluto fare due chiacchere con lei, che stimo tanto.

Rosita: Sabrina con te oggi voglio partire dalla domanda che solitamente faccio in chiusura d’intervista; qual è la tua “missione”..?
Giannini: Ci sono dei momenti nella mia vita di grandissima fatica, 15 ore al giorno di montaggio, mesi continuativi senza nemmeno una pausa o un week-end tranquillo, e tutto rende per esempio i miei affetti sacrificati, amicizia, famiglia, hobbies…

Però poi alla fine mi dico, per chi lo faccio? Sono convinta che alcune cose non le possono o non le riescono a dire altri, almeno con la determinazione che ho io, perché io non ho paura di essere criticata o tacciata di  animalismo fondamentalista.

Io non ho più paura di niente.
Da una parte il sacrificio immenso dall’altra l’obiettivo; tra uno e l’altro ogni tanto penso a chi non ha il potere di dire queste cose liberamente, a chi ha il diritto di saperle e non potrebbe sapere altrimenti, penso anche di farlo per gli animali che oggi vivono una condizione da “crimine legalizzato”negli allevamenti intensivi.

Parlo di cose che abbiamo “normato”.
Le cose peggiori, le questioni fondamentali non sono mai quelle ILLEGALI, sono quelle che sono state legalizzate dalla politica che ovviamente è abbastanza supina verso gli interessi delle lobby.
Quindi la cosa, secondo me, che un giornalista deve far emergere oggi è soprattutto questa; criticare un sistema che è normato, legalizzato.

Ci sono tutti regolamenti e sono proprio quelli il problema.
Quindi io critico sistematicamente un sistema.

Perché finché tu critichi la mafia o qualcosa d’illegale è più scontato, quando critichi un “sistema” devi avere degli argomenti molto forti.
È li, che subentra il diritto e il dovere dell’inchiesta e della critica, perché i giornalisti hanno anche il diritto di poter criticare, cosa che ogni tanto sfugge.
Ci sono spesso contestazioni che entrano nel merito del diritto del giornalista a criticare.
Il giornalista deve criticare; se ha gli strumenti critici e le capacità analitiche per criticare un sistema e ha anche degli strumenti di supporto, come faccio io, che fornisco le prove e spiego com’è il sistema, è importante farlo.

Nel momento in cui fai vedere che un allevamento intensivo ha delle conseguenze dirette sulla salute collettiva o quantomeno ci sono diverse cose degli allevamenti intensivi che ci tengono nascoste, queste sono cose che secondo me il sistema tende a non mostrare, qui un giornalista ha il dovere di chiedersi perché e anche il dovere di rischiare una denuncia per violazione di domicilio se entra in un allevamento intensivo senza autorizzazione.

 

1-R.C.: Sei la giornalista che ha fatto le indagini più storiche di Report. Se non sbaglio hai firmato proprio il primo servizio.
1-S.G.: Quest’anno sarebbero stati i miei 20 anni di Reporte la prima puntata nel Settembre del 1997 è firmata da me.
Ricordo che la prima inchiesta, durò solo 25 minuti e nonostante andammo in terza serata, fece veramente clamore, perché parlammo dell’ amalgama dentale col mercurio.
Per la prima volta, veniva detto che il mercurio non era stabile, cosa che poi nel tempo e dopo tante contestazioni di tutte le associazioni dei dentisti è stata riconosciuta e confermata la nostra notizia. Cioè che l’amalgama dentale col mercurio NON è stabile.

Ci fu una copertura mediatica impressionante, ci furono tutti, ma dico TUTTI i giornali che i giorni successivi, ovviamente per difendere la categoria dei dentisti, ci attaccarono, facendoci così molta pubblicità, promossero involontariamente il programma appena nato.
Però devo anche dire che ci furono molte critiche positive a favore della trasmissione.
In particolare ricordo che Maurizio Costanzo rilevò immediatamente il carattere della trasmissione e lo scrisse in prima pagina sul Messaggero.

Buffo come le informazioni che davamo noi erano definite di “controinformazione”.
Gli altri facevano informazione che si auto-censurava…

2-R.C.: Qual è stata l’inchiesta fino ad oggi più difficile o la maggior difficoltà nel far passare un’informazione importante alla gente?
 2-S.G.: La più difficile è stata quella su Di Pietro. Innanzitutto io avevo un conflitto personale, quello di criticare oggettivamente una persona di cui avevo stima politica. Per me è stato molto duro e successivamente sono state molto dure anche le reazioni dei giornalisti, che a volte erano pure giornalisti amici. Però davanti a ciò che avevo visto ho ritenuto opportuno parlarne.

3-R.C.: Come pensi di esser vista dai tuoi colleghi di lavoro?
3-S.G.: Bella domanda, dovresti chiederlo a loro.
Io vivo in un mondo estremamente isolato. Chiusa sempre in montaggio, non ho molte amicizie a parte i vecchi colleghi di Report. Credo di aver ereditato questo atteggiamento da Milena (Gabanelli), senza poi neanche dircelo direttamente, ci ha sempre consigliato di stare comunque lontani dai “salotti” e spesso i giornalisti sono nei salotti…questo è un problema. Quindi se frequenti tanto i salotti, vedi anche i giornalisti.

I giornalisti dovrebbero andare più sui fatti che sulle parole.

4-R.C.: Fra le tue inchieste quelle che a me hanno colpito maggiormente sono tutte quelle sugli animali, le piume delle oche per le imbottiture dei piumini, sia giacche che per il letto o le imbottiture di divani, insomma il “metodo deplorevole” nel torturare queste povere bestie indifese.
Gli allevamenti intensivi, antibiotici e animali.
Oggi con Indovina che viene a cenati sei totalmente buttata sul food, il cibo, come mai questa scelta?
4-S.G.: Quando lavoravo per Reportavevo la possibilità di parlare di food, animali, salute solo due volte all’anno, perché facevamo un inchiesta per stagione, perché un inchiesta di un ora richiede tre/quattro mesi di lavoro. Mentre sono talmente tante le tematiche legate alle 3A, Ambiente, Animali, Alimentazione, e collegate che toccano quasi tutto.
Ti accorgi allora che puoi arrivare a qualunque cosa. Puoi arrivare anche ai farmaci, al sistema medico.

Se tu pensi che la medicina oggi non è preventiva, è esclusivamente terapia farmacologica nonostante le evidenze scientifiche che dimostrano che mangiare in un certo modo diminuisce dei fattori di rischio enormi.

Se tu pensi che persino nelle università i medici non vengono preparati a questo.
Ci sono dei vuoti culturali e teoricamente non dovrebbe essere il giornalista a spingere l’intelligentia a cambiare struttura mentale, formamentis.
Purtroppo è così, ci sono delle cose che vanno avanti per inerzia.

I medici non studiano qual è la medicina legata all’alimentazione però continuano a studiare come curare con i farmaci, perché lì ci sono molti più interessi.

Io non amo fare la complottista, ma è evidente.
Ci sono chiari studi che dimostrano che uno stile alimentare di un certo tipo, prevalentemente a base vegetale fa la differenza sulla nostra salute, forse è anche questo il problema.
Una fetta considerevole d’interessi dell’agro industria salterebbe se si seguisse questo.
Quello stile alimentare potrebbe prevenire tantissimi problemi di salute. È uno dei fattori di rischio l’alimentazione, non lo dico io, ma il codice Europeo contro il cancro.
Perché nelle università non si studia questo?
Perché noi abbiamo dei ministeri che non lanciano campagne a favore di questo tipo d’informazione?

Purtroppo questo è un fenomeno mondiale, non è un problema solo italiano. Siamo omologati a tutto il mondo, le Lobby sono in tutto il mondo.
Le multinazionali sono in tutto il Mondo.
Così come le multinazionali hanno fatto marketing con i politici, convincendoli, così hanno fatto con i giornalisti.

5-R.C.: Avere tutta questa consapevolezza, sapere così profondamente come stanno davvero le cose, non ti scoraggia?
5-S.G.: Ogni tanto sì. Mi viene lo sconforto soprattutto quando guardo il carrello della spesa delle persone quando vado al supermercato…
Non ci posso credere! Con tutto quello che dico, le inchieste che faccio, vedo ancora certe cose nei carrelli della spesa.
A volte mi piacerebbe dire:” ma è proprio convinta di quello che sta comprando..?!”

6-R.C.: Io spesso mi domando se la gente non capisce o fa finta di non capire..? Io credo più la seconda ipotesi…
6-S.G.:Tutte e due le cose. È più comodo non cambiare stile alimentare. È più comodo far finta di non vedere che dietro a un salame o a una mortadella c’è un sistema non solo crudele, perché quello può colpire solo una parte di persone particolarmente sensibili, ma un sistema dove vengono usati tonnellate di farmaci che purtroppo danneggiano il nostro equilibrio intestinale ma non solo e che sta creando questo enorme problema di antibiotico resistenzadi cui nessuno parla e potrebbe essere causa di una pandemia nel giro di qualche anno.
Nessuno ne parla. Né il nostro ministro della salute ma tantomeno tutti gli altri, a parte Obama, per ora si è mosso a parole perché nei fatti non sta facendo molto.

Facendo giornalismo, riesco ad analizzare tanto della storia, un percorso, qualcosa che è successo, il cambiamento, il reale, cioè quello che c’è oggi  e pensare anche come potrebbe essere in prospettiva.
La cosa che io trovo sistematicamente davanti è la cecità dei politici. I politici non guardano in prospettiva, se guardassero soltanto al 2050…ma non hanno interessi.

7-R.C.: Chi altri potrebbe, secondo te, avere interessi, a parte giornalisti impegnati come te e molti altri, a dare un senso al cambiamento in positivo?
7-S.G.:Innanzitutto rispondo alla tua domanda di prima; mi viene a volte lo sconforto perché vedo che i politi, che son quelli che hanno in mano il testimone, non cambiano.
Non vedo dei cambiamenti radicali, perché servono solo quelli!

8-R.C.: Secondo te è il politico che deve attuare il cambiamento, non dipende dalle multinazionali?
8-S.G.:No, le multinazionali fanno il loro lavoro. Il problema è che i politici fanno troppo gli interessi delle multinazionali.
Le multinazionali fanno giustamente il loro lavoro e cioè fare profitto.
Il problema sono i politici che dovrebbero pensare alla salute collettiva, che è un bene primario, ma non solo.
Dovrebbero avere un interesse in prospettiva a quando saremo 9 miliardi e sarà tra pochissimo, nel 2030, significa fra 13 anni.

Ogni tanto penso, ma perché Sabrina non fai qualcosa di più leggero…?! E non è neanche una questione di coscienza, è piuttosto caratteriale.

Quando anni fa dicevo che ero vegetariana, non c’era una cena dove qualcuno non mi dicesse: “anche i peperoni soffrono…anche i rapanelli hanno una loro coscienza…”
Adesso il vegetariano è integrato e trovi menù vegetariani, vuol dire che negli ultimi 30 anni qualcosa si è mosso, forse i vegani sono ancora un po’ percepiti come di un altro pianeta.
Questo significa che c’è un cambiamento, infatti c’è un trend di decrescita dell’acquisto di carne. La cosa divertente è che chi vende carne parla di “crisi”, in realtà tutt’altro che crisi, questa è una benedizione!
Il fatto che la gente finalmente abbia capito che deve diminuire la carne, lo dice il Codice Europeo della Salute contro il cancro, che la carne va mangiata di rado e preferibilmente non va mangiata, tanto meno gli insaccati.

9-R.C.: Oppure che sia di animali liberi al pascolo…
9-S.G.:Però non potrebbe garantire cibo per tutti. Perché il problema e la grande sfida è proprio questa; quando noi saremo 9 miliardi le risorse sul pianeta non saranno sufficienti perché già adesso sono quasi tutte destinate all’allevamento.
Queste sono domande che i politici non si fanno…
Possibile che non pensino che se continuiamo a tagliare le foreste per dare da mangiare ai maiali che devono poi sfamare i cinesi…
Noi tagliamo le foreste in Brasile, togliendo l’ossigeno per coltivare soia e mais per alimentare i maiali della Cina.
Io capisco che i cinesi vogliono mangiare anche loro la carne, però è un problema oggettivo. È un problema notevole, qualcuno gli vada a dire, e lo ripeta anche agli italiani, che bisogna cambiare stile alimentare per poter salvare il mondo.

Poi per carità, hanno scoperto Marte, andremo tutti a vivere su Marte.
Secondo me, io e te non facciamo a tempo…

10-R.C.: Meno male…
10-S.G.:Però sai cosa stanno creando? Stanno creando delle piattaforme, una specie di “soste” tra la Terra e gli altri Pianeti, dove coltivare dei pomodori speciali che potranno stare lì in questa “via di mezzo” tra noi e gli altri Pianeti, perché vedrai che alla fine faremo fuori tutto qui e ci toccherà andare a coltivare su Marte.
Ma tanto io e te non faremo in tempo…ah ah ahaaaa

11-R.C.: E Google? Che sta investendo sulla carne partendo da filo d’erba e arrivando all’hamburger senza passare dalla mucca..? C’è chi l’ha assaggiata e dice che non si sente la differenza con quella a cui siamo abituati noi oggi. Stessa consistenza, stesso colore, sapore.
11-S.G.:Questa è una delle soluzioni del futuro. La ricerca è di un olandese e si chiama Mark Post e ho avuto l’opportunità di intervistarlo. È estremamente interessante questo studio.

Bill Gates invece ha sponsorizzato “Impossible Burger” ed è fatto esclusivamente di vegetali e sembra veramente un hamburger e da poco ha appena aperto a Los Angeles, New York e San Francisco.

Sergey Brin uno dei due fondatori di Google, ha finanziato con 4 milioni di euro, ha sponsorizzato l’hamburger con le cellule staminali.
Il fatto che uno dei due fondatori di Google abbia capito che era necessario finanziare un progetto come questo di ricavare da cellule staminali carne, è un buon segno.

Dei visionari come Elon Musk di Tesla e altro, Sergey Brin di Google, Evan Williams fondatore di Twitter e Bill Gates fondatore di Microsoft, hanno messo la loro visione del mondo e finanziato progetti di questo tipo, cosi rivoluzionari e alternativi alla carne, è un segnale importante.

Ci sarà un perché. Sono persone che stanno cambiando la nostra vita.
I politici non fanno niente mentre loro si!
E sono molto contenta che siano loro, perché loro sono le vere persone che oggi fanno girare il mondo, non sono i politici, i politici sono lo strumento.
È ovvio che Bill Gates ha molto più potere di qualunque Presidente Americano, almeno spero più di Trump.

12-R.C.: Raccontaci come scegli le tue inchieste?
12-S.G.:Nel mio caso c’è sempre una grande curiosità. Vedere cosa c’è veramente dietro qualcosa. Molto spesso è qualcosa che viene dipinto come roseo…

13-R.C.: Non oso pensare a quante cause dovrai affrontare?
13-S.G.:Si…diciamo che in Italia non c’è molta tutela per persone come me contro grandi colossi come le multinazionali.

Qualche mese fa mi è arrivato un annuncio da parte di una nota ditta di pollame, che avrebbe fatto una richiesta di risarcimento danni a me e alla Rai, di svariati milioni di euro. Loro possono farlo perché in Italia la Lite Temeraria per come è formulata  è uno strumento a vantaggio di chi vuole metterti il bavaglio.
In Inghilterra invece, se tu mi chiedi 10 milioni di euro come risarcimento danni ma poi perdi, mi devi dare il 10% .
Mentre qui in Italia sparano delle cifre, poi perdono; nel frattempo mi tieni appesa ingiustamente per anni e la passano impuntita.

Ti faccio un esempio pratico: cito Cremonini, conosciuto per fornire la carne al più noto venditore di hamburger, che mi ha denunciato chiedendomi 12 milioni di euro e ha perso in primo grado.
Con la Lite Temeraria, avendo perso mi dovrebbe 1 milione e due..?!

14-R.C.: Immagino che per portare a termine bene le tue inchieste hai bisogno di persone che abbiano voglia di parlare…
14-S.G.:Sì certo, anche se ce ne sono sempre meno. Ma almeno mi passano documenti o prove.
Il giornalista deve credere fino alla fine in quello che fa, se ovviamente ha un obiettivo preciso che è quello di informare il cittadino.

Quando sono entrata nell’allevamento con i topi che camminavano sui maiali, ho mandato in onda dicendo il nome del produttore, cosa che i giornalisti evitano spesso di fare. Nel momento in cui mostro una cosa che secondo me è illegale dopo le verifiche, perché allora non dire il nome del responsabile?
Io faccio cronaca, il mio è un diritto e un dovere di dire il nome. Perché mi devo censurare, perché non devo dire di chi è quell’allevamento. Farei un cattivo servizio verso chi invece si comporta bene.
È importante fare nomi dei responsabili, ma farli significa prendersi delle grandi responsabilità.

15-R.C.:  Quali saranno i tuoi prossimi progetti?
15-S.G.:Vorrei tornare a fare delle grandi inchieste. Lunghe, raccontate…è un po’ che non viaggio. Pensare che il mio sogno era quello di fare la zoologa, lavorare con gli animali liberi…

Ora però voglio farti io una domanda: c’è qualcosa che hai visto in televisione che ha cambiato il tuo stile di vita alimentare?
16-R.C.:  …certo!

Cinque anni fa ho scelto per etica di diventare vegetariana. Avevo visto cose che non credevo esistessero. Vere e proprie sevizie agli animali, in nome di un profitto vergognoso, così come è gestito. Ricordo che sentii una fitta al cuore e un senso di svenimento, che tutt’ora provo solo se sento raccontare cose simili…
Anche se il mio primo shock lo ebbi nel periodo della “mucca pazza”, trovai Apocalittico forzare un animale erbivoro al cannibalismo, ingannandolo a mangiare polveri di ossa o resti di carcasse di altri animali morti.
Poi mi fu regalato un libro, “The China study” scritto da Collin Campbell, che ha completato il mio cambiamento.

Si è aggiunta anche una scelta salutistica ed ecologica.
Inutile dirti che Franco Berrino come MariaRosa Di Fazio sono oggi i miei punti di riferimento.

16-S.G.: Ma la cosa importante che disse Collin Campbell, quando l’ho intervistato, che per alcuni non si deve sapere, quindi non si deve dire, perché nessuno vuole che si dica, è che le proteine animali sono un grosso problema. Fanno male. Per anni si è pensato che fossero i grassi, Campbell ha dimostrato che sono le proteine animali che fanno male.
Quando cominci a dire che le proteine animali fanno male, cominci a scardinare un intero sistema. Non è che scardini solo l’allevamento, ma tutta una catena che parte dalla soia, il mais.

Le multinazionali vendono il seme ibrido per quella soia e per quel mais.

È tutto un sistema che rischia il collasso, non è l’aziendina che fa la mortadella ma un colosso che comprende anche le grandi aziende italiane che manovrano perché certe cose non si sappiano.

17-R.C.: Ultima domanda: cosa ne pensi della fusione tra la Bayer e la Monsanto?
17-S.G.: Sei sicura di chiederlo proprio a me? Andate a rivedere un mio servizio sul pomodoro e lì si capiscono la Monsanto/Bayer. Si tratta di un matrimonio d’interessi ma non è l’unico.
C’è anche ChemChina Syngentae Dow Chemical/Dupont.
Comunque Monsanto e Bayer hanno pesticidi e il monopolio dei semi ibridi che alimentano l’80% dell’umanità già da ora!
Se domani le multinazionali dicessero che per un mese non vi diamo più semi, il Mondo non avrebbe più da mangiare.

Già da ora!

Il monopolio è di Monsanto/Bayer (Frau Merkel) ecco perché i regolamenti europei sono sempre in linea con le volontà non della Merkel ma di qualcun altro, ChemChina/Syngenta e la Dow Chemical/Dupont.

Sono i 3 gruppi che hanno in mano la quasi totalità dei semi ibridi al mondo, quindi dei nostri vegetali, con la complicità dei politici che gli hanno fatto una legge che mette fuori tutti gli altri semi.
Tutti i contadini e agricoltori che avevano i semi tradizionali da Sanmarzano fino al grano antico, hanno avuto grandissimi problemi e sono fuori dalla lista da cui poter prendere e commerciare.
Dietro questi grandi gruppi, non c’è solo il pesticida ma c’è un intero complesso e un intero sistema di interessi che copre tutta l’alimentazione umana.

Noi siamo nelle mani di queste multinazionali.
A me fa piacere vedere che Obama dopo 8 anni di presidenza si sveglia, però poteva farlo anche prima.

R.C.: Grazie Sabrina…
…spero che l’umanità si renda conto che non c’è più tempo per tergiversare, ma è fondamentale fare delle scelte precise e consapevoli SUBITO.

Bisogna decide da che parte stare;
se dalla parte del problema o dalla parte della soluzione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ora intervisto io: persone che tutti dovremmo ascoltare

Ho selezionato e intervistato per voi delle persone estremamente competenti nel loro campo ed estremamente oneste!

Questa volta sarò dall’altra parte; non sarò io l’intervistata, ora intervisto io.

Uno dei miei desideri è sempre stato quello di incontrare e poter ascoltare persone che stimo e dalle quali poter imparare il più possibile.
Quale occasione migliore per approfittare di un’intervista, fatta da una profana come me ma con una spiccata curiosità…

Voglio capire.
Fin da bimba quando i miei genitori mi dicevano di fare o non fare qualcosa, non mi accontentavo facilmente di obbedire se non capivo le ragioni.

Oggi da adulta, più che mai, per sapere cosa sia giusto o sbagliato fare o dire, quale mia azione potrebbe fare la differenza per un benessere collettivo o singolo, c’è bisogno di capire, di sapere.

E per capire quale o dove sia la verità, bisogna fare domande giuste alle persone giuste. Per esempio a professionisti capaci e “disinteressati”…

Ora intervisto io, non è altro che una chiacchiera di una donna qualunque (io) e curiosa che ha desiderio e bisogno di capire la giusta “direzione”, avvalendosi dell’esperienza e della grande professionalità di massimi esperti ognuno nel proprio settore.

Questa sigla non è altro che un modo spiritoso, personale anche se un pò egocentrico, di aprire una rubrica alla quale tengo molto, dove intervisto persone che ogni giorno con la loro professione, passione, vita, fanno la differenza in questo periodo storico parecchio confuso e pieno di “falsi miti”.

Sono professionisti seri, impegnati, onesti che fanno del loro mestiere non solo una passione bensì  una missione.
Ecco perché è importante dare voce a chi ci racconta davvero come stanno le cose.
Senza personali interessi o secondi fini, se non quello del nostro benessere, di consapevolezza, di coraggio, di battaglie, di ricerche, di suggerimenti e consigli sulla vita, non solo nostra…di tutto il Pianeta.
Piante e Anima-li.

Ho intervistato Stefano Mancuso, Franco Berrino, Sabrina Giannini, Giulia Innocenzi e altri…
A me hanno dato tanto e continuano ad essere un mio punto di riferimento, spero che ognuno di voi trovi la propria parola chiave che faccia comprendere il vero significato del nostro passaggio in questa vita, attraverso ciò che ci raccontano.

La mia parola chiave è “bontà”. Bontà d’animo, bontà intellettuale, bontà scientifica.
Non ci sono menzogne in ciò che queste persone raccontano…perché non c’è motivo se non l’amore disinteressato per la Vita.

Per ora vi mostro la sigla.

A presto.
rosita

 

 

 

Adrian

Adrian : Manara designIo sono, disse la vita quando nacque in un’esplosione di bellezza.
Io sono, dissero la donna e l’uomo e nessuno prevaleva sull’altro perché io voleva dire noi.
Noi siamo la vita.
Poi l’uomo disse io ho, e nacque l’infelicità.”

 

“Lo so, sono di parte. Ma non è scontato, non credete?
Quanti figli sono in competizione con i padri o le madri…

Vi dico una cosa, sono felice di tanto affetto e tanta stima da parte di ognuno di voi, nei confronti di mio papà.

Prima che artista per me è un “genitore”…ma riconosco perfettamente il genio creativo e visionario, ecco perché sono anche io, come voi, una sua fan.

Per chi non l’ha ancora visto, questo è il trailer di un progetto di animazione, al quale mio padre e mia madre lavorano da otto anni…”

Sarà spettacolare!
So già che per seguire questa storia, trascorreremo queste serate tutti assieme.

Ci daremo appuntamento con gli amici, parenti, vicini, come quando gioca l’Italia ai Mondiali…

Allora…a presto
rosita

Adrian:
Serie originale in animazione ideata, scritta e diretta da Adriano Celentano
Disegni: Milo Manara
Musiche: Adriano Celentano e Nicola Piovani
Collaborazione ai testi: Vincenzo Cerami
Format: lunga serie in animazione
Genere: Fantarealtà
Pubblico: Ragazzi e Adulti

 

Chi è Angelo Vaira..?

Schermata-2015-02-11-alle-19.41.44-1024x885Ci amiamo. Di un Amore spontaneo, naturale… e ne parlo con semplicità perché trovo ci sia un enorme bisogno di parlare e condividere cose belle! Già tutto il resto tende a parlare e sottolineare aspetti più drammatici o cruenti della vita.
Bisogna compensare con l’altra faccia del mondo; l’Amore, la Bontà, la Felicità, la Gioia, l’Allegria, la Spiritualità, la Natura, il Mondo, l’Essenza…
Angelo dorme con i cani

Angelo è un uomo semplice, sano, preparato, onesto, coraggioso e sensibile. Non è perfetto ma ci si avvicina a passi lunghi… E’ una persona che rispetta la Vita e la Natura. Di sani principi, buono e altruista.
Vi racconto in poche righe di lui, come racconterei di tutte le persone che stimo e che vi presenterò in questo mio Diario, questo viaggio lo condivido con chiunque trovi interessante o costruttivo sbirciare fra queste righe…
Spero in un confronto di idee, di crescita comune e di allegria.
Angelo mio

Angelo fa parte di tutto ciò e di molto altro, sia in questa mia vita che in quella dopo, e in modo specifico, con la sua esperienza e preparazione, completa tutte le mie lacune. …e ovviamente completo pure io le sue, di lacune…ah ah ahaaaaa
Un’amica che fa Feng Shui, Paola Neglia (di cui presto vi parlerò più specificatamente) qualche giorno fa ci ha detto: “Voi due assieme siete una forza. Siete complementari… credo abbia ragione, perché quando conobbi Angelo attraverso il suo libro “Dritto al cuore del tuo cane” percepii subito di aver trovato la mia parte mancante, mi sentii subito a casa, al sicuro, fu una sensazione davvero particolare.
Ci tengo a precisare, che non parlo così di lui perché mi sono innamorata e quindi ho le fette di tofu sugli occhi; è esattamente il contrario, proprio perché è la persona che è, mi sono innamorata di lui! Non ho più l’età delle fette di tofu sugli occhi, senza considerare che nemmeno a 20 anni mi impressionava facilmente un ragazzo o un uomo.
Forse perché in casa sono cresciuta con un esempio maschile particolarmente…alto?!?
Chissà…fatto sta che, riesce a prendere la mia attenzione solo chi ha carattere, chi è onesto, chi mi fa ridere, chi ha l’animo buono…

Comunque, se volete saperne di più a livello professionale di Angelo, potete visitare il suo sito: http://angelovaira.it/biografia/

In questo blog cercherò di essere coerente il più possibile e di parlare di cose che io per prima sperimento o che sono già parte delle mie abitudini.
Il cibo, per esempio, come può migliorare la vita e come ha cambiato (in meglio!) la mia…
Parlerò di salute attraverso professionisti del settore.
Di Anima-li, quanto sono importanti nelle vita di ognuno di noi e perché bisogna rispettare la loro Natura e finirla di abusarne per vanità!
Vi presenterò persone che stimo, che conosco, che seguo e da cui mi faccio consigliare perché mi fido…
Parlerò di professionisti onesti che sono la mia bussola in questa giungla di mondo che sta un po’ alla deriva (ma che si può salvare se tutti ci prendiamo “per mano” e l’attraversiamo consapevoli che siamo TUTTI collegati..!).

Buona Vita brava gente!
Io sono qui…con chi vorrà confrontarsi.

Buona vita caro Papà!

PapàBuona vita caro Papà!

 

Papà.
Sopra ogni cosa sei mio padre.
Un padre tanto amorevole… e tanto amato!

Quante volte mi sono sentita chiedere: “Com’è essere la figlia di Celentano?” …tu per me non sei Celentano. Sei, naturalmente, mio padre.
Non ho mai saputo rispondere a quella domanda, forse perché per me non è importante.

Mentre è importante tutto quello che sono oggi e che ho imparato da te: onestà, giocosità, allegria, fiducia, lealtà, semplicità, senso del dovere, etica, spiritualità e bontà.

Sei un papà che mi ha insegnato a premiare le cose giuste piuttosto che punire un errore.

Mi hai insegnato a camminare, non solo metaforicamente, ma anche letteralmente, ad avere portamento.

Io da piccola avevo le gambe a X e portai fino a 11 anni le scarpe correttive.
Da adolescente mi vergognavo, così tu mi hai accompagnato a superare il mio cruccio e ad allenarmi per camminare in modo eretto, elegante, deciso, con un ritmo giusto, né troppo lento né troppo veloce, ricordandomi però di non tralasciare mai la femminilità.

Mi hai incoraggiato sempre, anche quando non eravamo d’accordo su qualcosa, lasciavi a me l’ultima scelta; avevo la possibilità di sbagliare.
Senza sentirmi per questo meno amata.

Perché, sbagliando s’impara.

Sei soprattutto stato un esempio, in ogni piccola cosa, dal gioco al lavoro, nei sentimenti, con gli amici, in famiglia, sul palcoscenico.

Sei sempre tu. Uno. Coerente sempre a se stesso, costi quel che costi. Talvolta pagando un prezzo fin troppo salato! Ma non ti sei mai arreso, hai sempre affrontato tutto a testa alta. Perché sapevi che a spingerti è sempre e solo la tua buona fede.
Non ti fai sopraffare dai momenti difficili, anzi, sembra quasi che ti spronino a dare di più… ti stimo anche per questo.

“Il lavoro nobilita l’uomo e allontana dai cattivi pensieri” – dicevi.

Quando io e miei fratelli eravamo adolescenti, per un periodo dopo la scuola e prima dei compiti, facevi fare una pausa ai nostri dipendenti e per 3 ore facevi fare a noi i lavori di casa; stirare, lavare i panni, rastrellare il giardino, pulire i vetri di casa, fare la lavatrice, la lavastoviglie, sistemare gli armadi, etc. etc.

Dovevamo capire il senso nobile del lavoro e non dar per scontato che, vista la nostra posizione privilegiata, ci fosse tutto dovuto.

Mi hai insegnato a volermi bene, ad apprezzarmi, a saper ridere dei difetti e delle debolezze in modo che nessuno potesse ferirmi, o rendermi triste o insicura.
“Sii tu la prima a prenderti in giro. Gioca, perché il gioco aiuta a capire, a crescere, a stemperare, a confrontarsi, a migliorare. Senza il fardello dell’ansia da prestazione. Non prenderti sempre e troppo sul serio” – dicevi.

Ho chiesto a te come si facevano i bambini, come si fa l’amore. E mi hai risposto sempre con tatto e cautela, adeguatamente alla mia età e quanto fossi in grado di capire in quel momento.

Mi hai sempre consolato.

Mi hai sempre detto la verità, anche se certe verità erano dure da sopportare.
“Chiediti se veramente vuoi sapere la verità, perché la verità può essere scomoda o dura a volte – mi dicesti – perchè sappi che ogni volta che mi chiederai qualcosa, ti dirò sempre la verità.”

Più crescevo e più le mie domande, per un padre, erano impegnative, ma tu sapevi sempre come rispondere.

Ci hai incoraggiato a imparare quante più cose è possibile: “…semmai nella vita non riusciste a fare ciò che desiderate, sarete comunque preparati ad accettare altri mestieri.” – dicevi.

Uno dei punti fermi nella mia vita da adulta è:
“Ricordati Rosita, che bisogna sempre essere onesti. Anche se pensi di farla franca nei confronti del prossimo e nessuno si accorge di una tua scorrettezza, quando la sera sarai a letto, nel momento tra la veglia e il sonno, la tua coscienza sarà lì, sempre con te.
Possiamo fregare il mondo intero ma non noi stessi.
I conti alla fine del percorso li facciamo con la nostra coscienza e con Dio.
Se tu sarai sempre onesta, supererai ogni ostacolo con la serenità dei giusti, qualunque cosa accada”.

Sono tanti i momenti vissuti assieme che fanno parte del mio bagaglio di donna adulta.

Quando mi capita di rovistare nei vecchi bauli, trovo sempre tue lettere o bigliettini di qualche ricorrenza oppure semplicemente messaggi carichi di amore e molto comici…come i messaggi lasciati sullo specchio del bagno scritti con la matita del trucco.

Una su tutte, la lettera che mi scrivesti quando a 14 anni e mezzo diventai “signorina”; così si diceva una volta.
Lì per lì non mi resi conto che per te fu un piccolo trauma come padre assistere alla trasformazione della tua bambina in donna.
Mi ha molto commosso rileggerla a questa età, perché ho capito, fra le battute divertenti, l’emotività di un padre che vede la figlia crescere.

Senza dimenticare che quel periodo fu scandito da una tua canzone, “Il tempo se ne va” che mi mise oggettivamente in crisi.

Ricordo il giorno che tu portasti a casa la bobina col brano appena inciso.
Eh già, parliamo del 1979, quando i provini dei brani di un LP o 33 giri, prima di diventare dischi in vinile, si ascoltavano su “nastro”, la “bobina”, appunto.
Quel pomeriggio, come di consueto quando lavoravi a un album, prima di chiudere il “mixaggio”, chiamasti a casa parenti e amici per un ascolto e libere considerazioni.
Quel giorno non lo dimenticherò mai.
A metà ascolto già tutti piangevano e mi guardavano con aria sconsolata. Io che non capivo se dovevo esser felice o preoccuparmi.
Alla fine tutti ad abbracciarmi mentre tu eri in silenzio con gli occhi lucidi.

Seppi solo parecchio tempo dopo, che quell’ incisione ti costò molto, in termini di emozione e che preferivi inciderla solo in tedesco per la Germania, così non eri costretto a sentirla nelle radio nostrane.

Un giorno in sala, sotto le pressioni di tutti perché lo incidessi anche in italiano, dicesti:
“Facciamo così, io vado di là in sala incisione, la canto tutta d’un fiato dall’inizio alla fine, se è buona la prima, si stampa il disco, altrimenti, non se ne fa nulla”.

Fu buona la prima.

In famiglia io sono sempre stata quella dalle “domande particolari o esistenziali”, soprattutto quando eravamo tutti riuniti a tavola.

Poco tempo fa ti ho chiesto:
“Papà, nella vita tu preferisci aver ragione o essere felice?”
“Essere felice.”
“Anch’io…”

Buona vita caro Papà
“…conta su di me, come io conto sempre su di te.”